L’uomo nel video è Noah.
Non è uno scienziato e neanche un esperto, è solo un uomo che si è accorto di come il surriscaldamento globale stia condizionando il nostro modo di vivere.
Noah è stato intervistato da un alunno della nostra scuola, Pier Maria Molinari di 3A che, mentre era in vacanza a Londra, si è imbattuto in una manifestazione, la Extinction Rebellion, a Covent Garden.
“Da quanto siete in strada a manifestare?”
Noah risponde che è accampato a Conven Garden da dieci settimane, ma che è stato anche a Westminister per 5 mesi.
“Sei mai stato intervistato riguardo le tue proteste?”, risponde che no ( ci voleva il nostro Magazine), non era mai stato intervistato e non aveva mai fatto campagne sui social, dimostrando così che la presenza fisica vale molto di più di un post condiviso o di un’intervista rilasciata.
Quando gli viene chiesto se venisse preso in considerazione per quello che fa, riprende il concetto di protesta dal suo punto di vista: lavoro di squadra. Con queste parole Noah rimarca che per lui la protesta, che non è un atto causato dall’individualità, è un modo per rendere evidente, a chi detiene il potere decisionale, la nostra posizione in merito.
L’ultima domanda, ma forse la più importante, è quella in cui Noah spiega come si potrebbe migliorare la situazione attuale. I suoi consigli sono chiaramente elencati su un cartellone che lo accompagna durante i suoi viaggi.
Tradotto recita:
“Soluzioni genuine per fermare il riscaldamento globale:
•smettere di bruciare i carburanti
•usare le energie rinnovabili
•rendere più sostenibili i quartieri
•diminuire l’espansione delle industrie
•sostituire il capitalismo con interventi localizzati, ambientalismo ed economie ecologiche
•smettere di introdurre CO² nell’atmosfera”
Ecco chi si incontra andando in vacanza in un mondo a cui rimangono 11 anni per trovare delle soluzioni prima che sia troppo tardi.
Cleo Cantù con la collaborazione di Pier Maria Molinari