L’infinito, il mio

infinitoNel 1819 un giovane Giacomo Leopardi scrisse “L’infinito”, un componimento destinato ad essere immortale; proprio oggi ricorre il duecentesimo anniversario della nascita di quella straordinaria poesia.

Sono 15 versi che nascondono un universo di significati, specchio della complessità di un’anima che tendeva verso qualcosa di grande, qualcosa che non poteva essere del tutto compreso dalla mente.

E in quell’infinito ci sono annegata anch’io quando, qualche anno fa, mi è stato chiesto di rappresentare attraverso una fotografia alcuni versi della poesia. È per questo motivo che oggi mi ritrovo qui a scrivere un commento per dire a Leopardi grazie. Perchè più cercavo di trovare il modo di rinchiudere dei versi così grandi in un solo scatto, più mi ritrovavo immersa nel mondo di un uomo come tanti, e capivo che come lui mi sentivo persa. Ma in quello smarrimento avevo trovato qualcosa che ancora oggi fa parte di me.

È nata così la mia grande passione per la fotografia, con una poesia di Leopardi. Le parole di Giacomo mi guidarono verso qualcosa di nuovo, mi aiutarono a vedere oltre la siepe che non mi ero accorta di avere davanti.

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Si può allora davvero parlare, come diceva Foscolo, di poesia eternatrice. Ancora oggi comunica a milioni di persone, ispira i cuori di chi sa ascoltare. Ci sono così tanti modi in cui la poesia può influenzare la nostra vita, anche senza volerlo.

Non ho scritto un commento tecnico, un’elaborata analisi poetica. Credo sia più onorevole celebrare questo compleanno testimoniando che la poesia ha ancora un valore, che un pensiero scritto 200 anni fa può ancora influenzare la nostra realtà.

Passa il tempo ma resta la ricerca dell’Infinito, in noi.

Emanuela Volponi

Illustrazioni di Marco Somà, Einaudi Edizioni

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