Da sempre l’arte si fa portavoce del sentimento predominante in un’epoca, del modo di pensare delle persone e della loro visione della vita. Questo è ancora più evidente quando come epoca di riferimento si prende quella manciata di anni tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, fino al periodo terribile della prima guerra mondiale. Un momento di estrema incertezza, di speranze disilluse e di forte desiderio di rivalsa verso quella società e le regole da essa imposte che agli artisti tedeschi sembrava tanto sbagliate.
Ecco come nasce l’Espressionismo tedesco: cercare un’alternativa ad uno stile le cui regole erano state troppo ben definite. L’artista Espressionista non ha altro scopo che quello dalla ricerca del soggettivo nella realtà che lo circonda.
Una realtà fredda che, se indagata attentamente, sotto un’apparente tranquillità nasconde una triste verità nella quale appaiono evidenti la solitudine dell’uomo, l’alienazione dell’individuo e l’immoralità dello stesso.
Gli artisti si rendono conto che per una realtà così nuova e soggettiva non si possono utilizzare stili del passato ma occorre esplorare e costruirne di nuovi, da questa presa di coscienza della necessità di innovare il mondo dell’arte deriva l’utilizzo di segno incisivo e una gamma cromatica acida e satura che divengono tratti distintivi di questo movimento. Mentre gli impressionisti si concentravano sul fissare un’impressione sulle loro tele, e si dedicavano alla realtà esteriore, l’espressionismo invece si dedica all’interiorità, al raggiungimento di una espressione efficace, capace di stimolare e stimolare l’osservatore.
Visitando la mostra a Palazzo del Governatore (Dall’Espressionismo alla Nuova Oggettività. Avanguardie in Germania) anche i cittadini di Parma hanno potuto immergersi nell’anticonformista realtà Espressionista descritta dalle opere selezionate accuratamente da Lorand Hegyi.
La visita permette di immergersi completamente non solo nelle opere d’arte, collocate e disposte in base alla corrente artistica di appartenenza e alla composizione (alcune opere erano litografie), ma anche di esplorare ed immergersi nella mentalità degli artisti grazie a pannelli illustranti la vita quotidiana degli stessi così come il loro modo di lavorare negli innovativi atelier dell’epoca. Una mostra che, pur dando tutte queste informazioni, lascia l’osservatore libero di pensare, libero rintracciare dentro di sè cosa gli dice quel giallo limone, quel blu o quel verde.
Libero di entrare nell’opera ed estrapolare tutte quelle emozioni e sensazioni che il pittore vi ha abilmente nascosto tra le pennellate veloci e i giochi di contrasto, dando così un senso alla missione degli artisti stessi: creare un’arte che parli di emozioni.
Ester Allegri
Von der Heydt-Museum Wuppertal / Ph. Antje Zeis-Loi, Medienzentrum Wuppertal | Wassily Kandinsky, Case a Monaco, 1908, olio su tela
Erich Heckel- Primavera nelle Fiandre 1915, Osthaus Museum Hagen