La sindrome di Hermione: perché le ragazze vincono a scuola ma perdono al lavoro

Capita di frequente che le ragazze siano le migliori a scuola, con voti spesso al di sopra dell’8 ma, quando si parla di lavoro, sono gli uomini che detengono i posti migliori. Come mai?

Si chiama sindrome di Hermione e potete leggere qui gli interessanti studi che sono stati fatti al riguardo.

Intanto chi è Hermione: si tratta di un personaggio del mondo magico di Harry Potter, che si convince che potrà raggiungere il successo solo studiando e leggendo maree di libri; una ragazza che svolge compiti lunghi il doppio del richiesto.

Secondo questi studi, a scuola le ragazze cercano di raggiungere sempre il massimo, sentendosi meritevoli solo se hanno passato ore a studiare; i maschi, al contrario, si limitano al minimo indispensabile per avere la testa libera dalle lamentele dei propri genitori. Quindi, le femmine “hanno fiducia in se stesse solo quando sono perfette”. I ragazzi sfruttano al meglio il tempo per studiare meno e sapere il più possibile, giusto per passarla liscia; le ragazze pensano che le soddisfazioni arrivino solo con tanto sforzo e fatica, niente vie di mezzo. Stessa cosa nel mondo del lavoro: gli uomini si buttano, anche se non sono al top della preparazione, mentre le donne si abbattono e si tirano indietro per paura e quindi per mancanza di fiducia.

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Il problema di fondo è questo, dunque:  la fiducia in se stessi. La psicologa che ha studiato il caso, Lisa Damour, si chiede: e se la scuola fosse una fabbrica di fiducia per i maschi e una fabbrica di competenza per le femmine?

A ciò aggiungiamo l’educazione che spesso viene impartita, a partire dall’infanzia. “I bambini non piangono” e “le bambine sono gentili e indifese”. Ciò porta, in linea di massima, a determinati comportamenti nelle ragazze e ad altri nei ragazzi. Tutto ciò non va attribuito a un fattore “genetico” o “determinato dal genere”, bensì al mondo esterno e alla cultura che vede l’uomo come “forte” e la donna come “debole”, o il maschio come “furbo” e la donna come ” diligente”.

La soluzione, allora, deve essere trovata nelle radici, agli inizi. Bisogna crescere i bambini in un modo diverso, un modo che permetta loro di pensare “anche i maschi possono piangere” e “le femmine possono essere tutto, non solo gentili e indifese”.

Marianna Massari 1^E

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