Conoscere la natura significa immergersi in essa, sentendosi parte del tutto: questo è il messaggio che hanno portato a scuola Martino ed Emma raccontandoci la loro esperienza di subacquei in un affascinante incontro tenuto con la nostra classe, la IV°C.
Martino ha raccontato di come la scoperta del mondo sottomarino sia stata per lui una rinascita che lo ha aiutato a conoscersi, conoscendo il mondo, esplorando la propria profondità attraverso l’immersione nella profondità del mare.
Proprio come nel Rinascimento, il rapporto di Martino con la natura non è distaccato, non è di osservazione a distanza e non è neppure finalizzato a un utilizzo della natura: è invece una relazione libera, di immersione e immedesimazione che porta a sentirsi parte della natura stessa.
Mi ha colpito molto quello che è stato detto, nel corso dell’incontro organizzato dalla Prof.ssa Marchetti, sull’inquinamento dei mari: anche gesti semplici e in apparenza innocui come mettersi la crema solare, se fatti senza criterio, possono causare danni all’ecosistema marino. Le parti grasse delle creme si depositano infatti sul corallo e lo soffocano fino a farlo morire.
Il fenomeno dello sbiancamento dei coralli è causato dall’innalzamento della temperatura delle acque: si tratta di un fenomeno distruttivo che colpisce le barriere coralline impedendo il rapporto di simbiosi tra i polipi del corallo e alcune alghe unicellulari il cui compito è svolgere la fotosintesi dando nutrimento ai polipi stessi.
Si potrà avere un “rinascimento dell’uomo e della natura” solo quando si inizierà davvero a sentire profondamente il mondo naturale come parte di sé e non solo come una risorsa da utilizzare a proprio vantaggio. Le barriere coralline sono le principali fonti di ossigeno e sono quindi fondamentali nell’ecosistema marino e globale: quello che Martino ha messo in luce con numerosi esempi è che tutto nel mondo si lega, nessun elemento può essere letto come isolato. Le nostre azioni, quindi, producono effetti di cui siamo responsabili. Quello che appare superficialmente come vantaggioso per noi potrebbe rivelarsi invece come distruttivo e nocivo: gli squali, ad esempio, che vengono considerati un pericolo dal senso comune e cacciati solo per potergli prendere le pinne (segno di potere per le mafie cinesi), sono invece animali fondamentali per il mantenimento dell’ecosistema marittimo.
Con le parole dello scrittore Raffaele La Capria, immergersi nel mare “provoca una immedesimazione del corpo col corpo marino, che è come un abbraccio”. La Capria esprime nel suo scritto “Esercizi superficiali” la differenza tra il conoscere il mondo in modo distaccato, come da un aereo, dall’alto, e il conoscerlo invece per immersione, in modo profondo e coinvolgente, sentendosi parte di ciò che si sta attraversando: “io c’ero dentro tutt’intero, come un pesce, non ero più indenne come chi guarda dall’aereo. Avvertivo una stupefatta attrazione per le profondità e per quello che mi facevano immaginare le alternanze di colori abissali che le rivelavano”.
Guardare al mare e alla natura con un’ottica libera da ogni scopo se non quello di immaginare, sognare e conoscere è la lezione più importante che ci ha trasmesso Martino e che è stata espressa anche dallo scrittore La Capria:
“Non importa più catturare o inseguire la preda, è importante e più bello saper guardare, e guardando immaginare, guardando sognare.”
Chiara Pezzani, IV°C
Foto di luca Angeletti, IV°C