Smemorati o ipertimesici?

Avete problemi a ricordare i compiti da svolgere? Dimenticate di segnare ciò che dovete fare o di guardare ciò che avete segnato? Se pensate che sia un problema è arrivato il momento di ricredersi.

cervello-con-rotelleAscoltando le interviste di Giovanni Gaio, Jill Price, Rebecca Sharrock, solo per citarne alcuni, tutti avremmo pensato: “Ecco questo com’è fortunato che non deve prendere appunti, segnarsi date e impegni…”, ma non è così. Queste persone hanno sì dei vantaggi, ma la loro condizione li espone anche a molte criticità.

Ma facciamo un passo indietro: Giovanni, Jill e Rebecca sono affetti da ipertimesia, patologia in cui l’individuo possiede una memoria autobiografica che gli permette di ricordarsi quasi tutti gli eventi vissuti.

Ed ecco perché ricredersi: dato che i ricordi sono associazioni involontarie e incontrollabili che emergono inconsapevolmente, l’ipertimesico è incapace di rimuovere i ricordi superflui, pulizia necessaria per la mente (questo tema è scherzosamente trattato anche nel cartone InsideOut in una scena nella quale dei piccoli personaggi, che teoricamente avremmo nella mente, eliminano informazioni che non ritengono necessarie con un’aspirapolvere)rimozione-ricordi-insideout ed è quindi affetto da disturbi compulsivi e della personalità, incapace sia di vivere serenamente il presente sia di immaginare un futuro; rispetto al tema della necessità dell’oblio, che riguarda tutti gli esseri umani, Leopardi dice di invidiare gli animali per la loro capacità di vivere il presente data la loro mancanza di  memorie e prospettive.

memoria-calendariale I soggetti che presentano ipertimesia sono in grado di ricostruire un qualunque giorno della propria vita includendo nomi, indirizzi, meteo, fatti di cronaca, com’erano vestiti e cosa avevano mangiato. L’ipertimesico, infatti, possiede un calcolo calendariale simile a quello degli individui affetti da autismo o sindrome di Savant, ma non ottiene grandi risultati nei test di memorizzazione, in quanto incapace di immagazzinare informazioni volontariamente. Il primo caso riconosciuto di ipertimesia è datato 2006 e il primo ad affrontare la questione  è stato il neurobiologo James L.McGaugh il quale, per spiegare questa patologia, utilizza una metafora : “è come se al posto del cervello avessero una telecamera sempre accesa”.

Gli  studi effettuati fino ad ora non sono sufficienti per stabilire quanti siano i pro e i contro  perciò risulta difficile  decidere se sia una fortuna o meno avere una memoria di questo calibro. Mentre attendiamo una risposta in merito, noi assicuriamoci di avere a disposizione un’agenda per segnare ciò che non ricorderemo.

Cleo Cantù I° F

 

Può interessarti...