L’amore verso la propria arte

 

Rosa e rosso  img_1426

La vetrata è impeccabile non un singolo segno, uno screzio, un alone;

impeccabile come lo specchio all’interno della sala,

spazia il suo vigilare rigido e attento su scie e ticchettii di gesso e calzature rosa pallido.

Vedo nuvole di cipria e tulle, luci abbaglianti, brillanti e piume, diademi.

Vedo forbici e cerotti, cumuli di calze bucate, con macchioline di sangue sulle dita.

Ballerine che volteggiano, leggiadre e leggere come farfalle, parti di un unico corpo; danzano per sentirsi libere, danzano per vivere, danzano per dimenticare.

 

Un milione di tentativi  img_1432

No, non è corretto. Perché tutto è finto e sbiadito?

Questa vecchia tela aspetta qualcosa di fresco da molto, troppo tempo.

Ma queste miscele magiche paralizzano gli arti.

Sarebbe bello vedere un’immagine prendere forma dal nulla,

ma il timore di rovinare quel pensiero sublime, raggelato e così preciso tra tanti ricordi sfumati e annebbiati,

accorgersi di quanto siano più aggressivi e brillanti i colori del mondo;

questo e tanto altro è fatale per le pennellate.

Ogni cancellatura convince dell’indelebilità di ogni movimento e decisione.

Perché coprire uno screzio quando si può rendere una traccia perfetta al primo tentativo? E perché privarsi invece dell’infinita dolcezza del compiere un milione di esperimenti?

 

Crisi d’identità

Entrare nella sua prospettiva, lasciare il proprio corpo, immedesimarsi e dimenticare persino la consapevolezza dei propri pensieri, questi pensieri.maschera-tumblr

Fondersi, diventare qualcun altro, smarrire la propria identità.

Tramutare uno sconosciuto arcigno e diffidente nel più caro amico, nella famiglia,

penetrare a fondo tra le sue paure e le sue sensazioni, resistere alla tentazione di portare quello che è stato vissuto in precedenza nell’esistenza di un personaggio estraneo.

Eppure l’attore perfetto non esiste.

Le emozioni, le esperienze, tutto ciò anima questo amico più intimo, a cui si arriva così vicino, senza mai poterlo imprigionare.

Quello che esiste di umano lo trasporta dall’ostilità della sua descrizione in nero su bianco ad una vitalità sconvolgente,

all’impressione che un nuovo individuo sia comparso dal nulla,

con la sua collera, la sua tristezza, il suo amore.

 

Non solo questione di meccanicaimg_1434

Custodia, cerniera, violino. Spalliera e archetto.

Cera, non farla cadere: nessuno raccoglierà i suoi mille frammenti ambrati o neri.

Regola la tensione dei crini, spalma la cera dall’impugnatura alla punta.

Gesti meccanici, compiuti innumerevoli volte, non ricordo;

non ricordo quante note ho suonato, quante stonature, quanti errori commessi.

Non sono re e sol che posso richiamare, neanche la e si.

Solo una melodia, intrisa di mille significati e ricordi, che contiene l’esecuzione perfetta,

e al contempo la frustrazione di non riuscire a suonare quella nota così acuta.

Ogni movimento mi riaccompagna ad un tempo lontano e adorato.

 

 

Ma soprattutto, ammiro l’opportunità e la possibilità di costruire senza malta e mattoni, solo con carta e penna.

Affidarsi all’ispirazione e seguire la corrente, tra riflessi e luccichii.

Oppure affondare nel fango, cercare, raccogliere e tornare a galla.

Scrivere in penombra perché è più drammatico, possibilmente con la pioggia.

Primo: fissa il foglio bianco per un discreto periodo di tempo.

Secondo: sfrutta un’idea prima che fugga.scrivere-a-mano-libera-1

Terzo: cesella.

Amare od odiare la propria passione.

Chi si accontenta di una via di mezzo?

 

Beatrice de Waal – 3D

 

 

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