Due anni senza Giulio. Due anni con Giulio

Oggi nel paesino di Fiumicello, tra i “compaesani” di Giulio Regeni, si intrecciano sentimenti ed emozioni diverse: la disperazione per un vuoto incolmabile, la vicinanza alla mamma Paola e al papà Claudio, la rabbia per una morte ingiusta e ancora senza un perché, l’impegno per tenere in vita la dedizione, la passione, la voglia di conoscere di Giulio.

Oggi, 25 gennaio, è l’anniversario della sua morte. Due anni fa, nella città del Cairo in Egitto, veniva torturato, ucciso e abbandonato a bordo di una strada. Si era trasferito là per completare la stesura della tesi con cui avrebbe conseguito la laurea all’Università di Cambridge, quella in cui studiava.

I temi che voleva approfondire spaziavano dal fenomeno dei movimenti operai al sindacalismo indipendente, dalla crisi economica egiziana alla disoccupazione, fino al regime di Al-Sisi e alla forte repressione che tuttora esercita sul paese. Sotto pseudonimo, scriveva tutto questo anche per un giornale italiano. Il suo modo di essere, interessato a verificare sul campo e di persona quello che studiava, rappresentava una scomodità per qualcuno. Amava il mondo e le persone che gli stavano attorno; era poliglotta, conosceva l’arabo, e così ogni giorno riusciva ad abbattere per sé (e per tutti noi) le barriere che spesso, per incompatibilità linguistica o paura, ci dividono dal “diverso”.

Oggi le piazze italiane si stringono attorno alla famiglia di Giulio con fiaccolate e manifestazioni. Ma da due anni ogni giorno un po’ di lui è rivissuto in ognuno di noi. E ancora rivivrà, ogni giorno, nelle generazioni di studenti che, con lo stesso suo desiderio di conoscere, inseguiranno un sogno. Rivivrà in ogni scuola, anche in quella alla periferia di Napoli del preside Paolo Pisciotta: per contrastare gli episodi di violenza e delle baby gang ha deciso di tenere aperta la scuola fino a tarda sera, perché “una scuola illuminata di sera è una luce accesa sul territorio, un faro di legalità”.

Quella legalità che due anni fa al Cairo è stata violata e uccisa con Giulio. Quella legalità, ora che Giulio non c’è più, per cui continuare a battersi, impegnarsi, vivere. A ricordarcelo, ogni giorno, varcando la soglia della nostra scuola, lo striscione giallo a lui dedicato: “Verità per Giulio Regeni”.

Mattia Sansone

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