Il 25 novembre ricorre la giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
In migliaia si sono recate nelle piazze per testimoniare contro una realtà che esiste da sempre e che sembra non voler scomparire.
Una realtà oscura che svela il lato più meschino dell’uomo e quello più nascosto. E così con manifestazioni, eventi pubblici e parate le donne si sono riunite a combattere non solo per loro stesse, ma anche per tutte quelle che non ho ancora trovato il coraggio di opporsi.
Una tale causa a mio parere ne cela dietro di sé una ancora più grande e collettiva: la lotta alla violenza.
In questi tempi la violenza sembra diventata l’unica risposta possibile; sembra quasi che l’uomo non riesca più a vedere un’ alternativa al caos e al disordine che lui stesso ha creato.
Secondo molti filosofi e studiosi l’odio e la violenza sono insiti nella natura umana. Ma se anche l’amore fa parte dell’uomo, come ci spieghiamo il prevalere dell’uno sull’altro?
Forse la violenza è la strada più facile, e noi prediligiamo sempre ciò che è semplice e veloce. Dobbiamo allora combattere la nostra natura per raggiungere qualcosa di meglio?
Sono tutte domande che non hanno una risposta, e che forse non l’avranno mai.
Rita Levi Montalcini diceva: “Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella “zona grigia” in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva, bisogna coltivare il coraggio di ribellarsi.”
Se ci limitiamo a lasciare scorrere le notizie senza mai soffermarci sul loro impatto, se ci rassegniamo a questa realtà, di sicuro non cambierà mai nulla.
Emanuela Volponi