Quando ci hanno proposto di partecipare al progetto “Donne e ricerca in fisica: stereotipi e pregiudizi”, abbiamo colto l’occasione per metterci in gioco e dire la nostra su un tema a noi particolarmente caro: il Gender Gap in STEM. Tra i vari obiettivi su cui ci si poteva concentrare, abbiamo optato per la denuncia dello stereotipo, evidenziando i pregiudizi presenti nella nostra società. Ci è sembrato interessante intervistare bambini e ragazzi dalle scuole elementari alle scuole superiori: abbiamo scelto quindi l’Istituto comprensivo di Sorbolo, l’Istituto comprensivo A. Toscanini, il Liceo delle scienze umane A. Sanvitale ed il nostro Liceo A. Bertolucci. Nonostante fosse abbastanza evidente per tutti lo stallo della situazione femminile nel campo scientifico, è apparso che lo stereotipo evolve con l’età: mentre per i bambini si nota che questa concezione non è ancora fortemente radicata, tra i ragazzi della nostra età i pregiudizi sembrano essere molto più sentiti anche se spesso inconsapevolmente.
Il titolo scelto per il nostro progetto è “Non è roba per me?”, perchè? Il motivo è che questo pare essere il pensiero di parecchie ragazze nel momento in cui “osano” avvicinarsi alla scienza. Ai ragazzi abbiamo chiesto “Se Steve Jobs fosse nato donna, avrebbe ottenuto lo stesso successo?” perchè riteniamo che in questo modo da ogni studente si sia potuto cogliere indirettamente l’opinione personale riguardo a questo argomento. La nostra risposta alla domanda è negativa e la motivazione è racchiusa nella sua biografia: suo padre, infatti, era un macchinista in una ditta che produceva laser e spesso lo portava con sé a lavoro. La sua passione per l’elettronica nasce da qua; ma se fosse stato una ragazza, sarebbe stato portato dal padre a lavoro?
Due sono gli interrogativi che possiamo dunque inizialmente porci: Come mai le ragazze non si avvicinano a questo mondo? Come mai la società non ritiene naturale il binomio donna-scienza? Forse la prima domanda è una conseguenza della seconda, ma le nostre non sono altro che ipotesi. Prima di avventurarci in questa esperienza eravamo consapevoli dell’esistenza del Gender Gap solo per sentito dire, non gli rendevamo l’attenzione che meritava; ci siamo però scontrati con la realtà e noi in prima linea abbiamo dimostrato che questi pregiudizi sono presenti. “Le ragazze sono meno portate dei ragazzi nelle materie scientifiche”, “le ragazze non pensano in modo logico”, “le donne sono più indirizzate per fare le maestre”: sono queste le dimostrazioni che abbiamo rilevato. Analizzando la situazione è evidente che ci sia bisogno di fare qualcosa. È possibile, inoltre, che quasi nessuno sappia il nome di una donna famosa nel mondo della scienza? Si è diffusa nella nostra società una preoccupante ignoranza per ciò che riguarda l’ambito scientifico, dimostrato anche dal fatto che l’unico nome di scienziato che è stato fatto dagli intervistati sia “Einstein”.
Il nostro piccolo contributo per estirpare lo stereotipo abbiamo cercato di racchiuderlo in un file multimediale, ma questo è solo l’inizio, perchè ora è necessaria la vostra collaborazione, partendo da una sradicalizzazione dei pregiudizi racchiusa (anche inconsciamente) in voi!
Virginia Alberini, Giorgia Montis