Bullismo: i numeri di un disagio

Il bullismo consiste in una serie di comportamenti aggressivi, fisici e psicologici nei confronti di persone ritenute incapaci di difendersi. Si basa su tre presupposti: -intenzionalità; -persistenza nel tempo; -asimmetria nella relazione. Per combattere il bullismo, bisogna contrastare la prima delle sue caratteristiche: l’intenzionalità. Le altre due cesseranno di conseguenza. Questa si elimina con un lavoro attraverso il quale i ragazzi imparano a riconoscere i propri stati emotivi, senza sentirsene minacciati.17edc2642fec735b8c3a12ca10c5e996

Negli ultimi decenni,con l’avvento della tecnologia e di internet, si sta affermando una “nuova” forma di bullismo:il cyberbullismo. Esso è un fenomeno che si verifica attraverso gli strumenti della rete.

Ma le cause di questo fenomeno da dove derivano? In Italia, da un’inchiesta pubblicata sulla “Repubblica”,il 20 novembre 2010, emerge che sono l’81% i ragazzi che adottano comportamenti scorretti, al fine di dimostrare coraggio e di sentirsi grandi. L’87% di questi  è consapevole che questi comportamenti non andrebbero adottati e il 62% li adotta apposta.

Come giudicano gli adolescenti queste azioni? Ebbene, sette giovani su dieci non commentano negativamente atti simili. E’ il dato sconcertante emerso da un sondaggio su 800 persone condotto da Eurodap (Associazione Europa Disturbi da Attacchi di Panico), che monitora i comportamenti antisociali nel mondo degli adolescenti. “E’ preoccupante l’atteggiamento dei 330 giovani tra i 18 e i 25 anni che hanno risposta al sondaggio -afferma Paola  Vinciguerra, psicologa, psicoterapeuta, presidente Eurodap- tutti, rispondendo alle domande poste, hanno avuto un atteggiamento che dimostra inconsapevolezza rispetto alla gravità di azioni come il bullismo, la violenza verbale e fisica nei confronti di un altro adolescente,o azioni che possano mettere in pericolo la propria vita e quella degli altri”.

 E’ un atteggiamento che cambia con l’età. Nella fascia tra i 45-65 anni l’80% delle persone che hanno riposto si dice consapevole della gravità di questi comportamenti giovanili ,ma sposta sulla scuola e i social la responsabilità di questo problema generazionale. “Ci troviamo di fronte ad un grave allarme sociale” dice l’esperta parlando di “disturbo di comportamento antisociale, di cui le cronache rimandano ai fatti più drammatici, ma che è una modalità di comportamento generalizzato tra la maggioranza degli adolescenti, di cui nessuno si prende la responsabilità- afferma Vinciguerra. – L’essere umano non nasce con codici di comportamento preorganizzato,nasce con un temperamento che può essere  mite,combattivo,aggressivo,determinato,evitante e così via”.

Il bullismo è  perciò un fenomeno dato dall’assenza di figure adulte. Assenza non fisica e morale, ma educativa.

“Il bullismo non è un destino,ma una scelta e solo riportando i ragazzi alla dimensione della responsabilità delle loro azioni è possibile un cambio di rotta”,-dice Maria De Maglie nel suo articolo su “Il Fatto Quotidiano”-.giannini-bullismo

Per affrontare il preoccupante e vasto tema del cyberbullsimo, Helpis onlus ha avviato una campagna “#NoCyberBully”. Il progetto prevede attività di informazione,sensibilizzazione,prevenzione e supporto con l’obiettivo di sensibilizzare e istruire i giovani ad un uso responsabile delle tecnologie informatiche, rendere i ragazzi consapevoli delle potenzialità e dei limiti delle tecnologie nel contesto culturale e sociale in cui vengono applicate, sensibilizzare l’opinione pubblica e favorire la cultura della sicurezza nel web tramite la diffusione di informazioni a vantaggio di tutta la popolazione del territorio.

Infine, il forte monito del Papa ai ragazzi, che ha parlato proprio di recente di bullismo : “In silenzio,ascoltatemi. Nella vostra scuola, nel vostro quartiere, c’è qualcuno o qualcuna al quale o alla quale voi fate beffa,voi prendete in giro perchè ha quel difetto, perché è grosso, perché è magro, per questo, per l’altro? Pensate. E a voi piace fargli passare vergogna e anche picchiarli per questo? Pensate. Questo si chiama bullying. Per favore, per il sacramento della Santa Cresima, fate la promessa  al Signore di mai fare questo e mai permettere che si faccia nel vostro collegio, nella vostra scuola, nel vostro quartiere. Capito?”
Sofia Mbarki 1M

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