Musicanti di Grema: crescere… oppure no?

Conoscete i musicanti di Grema?

Il gruppo nasce nel 2005, prendendo in prestito il nome di una favola dei fratelli Grimm (i musicanti di Brema) reinventandolo.

La loro è una musica leggera, allegra anche se un orecchio più sensibile può cogliere una vena di malinconia.

L'album "Musicanti di Grema", 2012

Invitati dalla professoressa Bonati nella nostra scuola come incontro di approfondimento in merito alle differenze e alle somiglianze tra la musica, la canzone e la poesia, ci hanno deliziato per due ore, tra musica e risate. Disponibili e sempre con il sorriso hanno suonato, raccontato e risposto pazientemente alle nostre domande anzi, hanno fatto di più… per chi non era riuscito a soddisfare la propria curiosità ci hanno concesso un’ora in più regalandoci un pezzo inedito.

Dei pezzi proposti ce n’è uno in particolare che mi ha fatto riflettere: Un attimo e la terra era nostra. Il tema della canzone è un qualcosa che è capitato a tutti e ognuno l’ha vissuto in modo diverso: il passaggio dall’infanzia all’adolescenza. Ecco il testo della canzone.

Va’…

e poi non ti voltare.
La vita, come il mare,
ci unisce e ci divide.

Un’era fa,
stupirsi era normale.
Sembrava di volare
fra i tralci della vite,
il canto di cicale
e tempo a non finire.

Bastava un istante e la siepe di fronte
sembrava la giungla più vasta che c’è.
Un attimo e la terra era nostra.
Adesso ho la risposta chiara ad ogni perché,
ma intanto non so più cosa ne resta di me.
Un attimo e s’è rotta la giostra.

Più nessuno vuol giocare a nascondino insieme a me.
Mi diverto in compagnia delle nuvole.
Nel silenzio d’un cortile son rimasto solo io,
qui nascosto, senza averne motivo
ed in tempo non farò per l’aperitivo.

Le fiabe restano
su una spiaggia, dimenticate.
Non torna più l’estate
e chissà dov’è che va a finire.

Le mele rubate dall’orto di fronte
avevano il gusto più dolce che c’è.
Un attimo e la terra era nostra.
Adesso ho la risposta chiara ad ogni perché,
ma intanto non so più cosa ne resta di me.
Un attimo e s’è rotta la giostra.

Più nessuno vuol giocare a nascondino insieme a me.
Mi diverto in compagnia delle nuvole.
Nel silenzio d’un cortile son rimasto solo io,
qui nascosto, senza averne motivo
e non credo ci sarò per l’aperitivo.

Dentro questo testo ci si trovano tutte le manifestazioni più evidenti delle problematiche legate a questo delicato periodo della nostra vita.

Ad ognuno di noi sarà capitato di dire ” Mamma, papà, andiamo a giocare sui gonfiabili?” e la risposta che seguiva non era quello che ci aspettavamo: “No, sei troppo grande ormai”. Oppure leggere sulle aree giochi del McDonald’s che noi eravamo fuori limite di età per giocarci dentro e passare il resto della cena guardando tristi e sconsolati i più piccoli  che giocavano felici.crescita

In quei momenti ti dimenticavi della voglia di diventare grande e pensavi solo a un modo per tornare piccolo. Ovviamente poi tutto passa e riesci a vedere i lati positivi del diventare grande anche se a volte d’estate guardando dalla finestra di casa i bambini giocare fuori felici e spensierati ti viene un po’ di nostalgia del periodo della tua vita in cui sei al centro dell’attenzione,  senza preoccupazioni o responsabilità.

Questo passaggio fondamentale nella nostra vita è però profondamente soggettivo: c’è chi non crescerà mai e rimarrà sempre il “bambinone” di turno e chi invece imparerà a convivere con il bambino che mai se n’è andato e che vivrà per sempre dentro di noi.

Elisa Estasi

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