Nel momento in cui si è in procinto di scegliere la propria Università è fondamentale domandarsi: “Voglio concentrarmi sul futuro, perché ho fiducia nell’umanità, o voglio studiare il passato, perché è da lì che posso prendere spunto?” Prima che uno studente dell’ultimo anno possa trovare una risposta, a tredici anni scoprirà una scuola che crea un perfetto connubio tra passato e futuro: il Liceo Scientifico Tradizionale. Grazie a tanta Matematica e Fisica e tanto Italiano, Latino, Storia e Filosofia, allo studente saranno concessi cinque anni per giungere alla risposta. Come si suol dire, solvitur ambulando (“si risolve camminando”).
Ed è sempre il Liceo che per definizione ha il compito di “dare un assaggio” della vita universitaria che attende impietosa i poveri liceali al termine dei cinque anni: formare un metodo di studio e scoprire le proprie passioni nelle materie sopra citate. Tra queste, quella che ultimamente ha fatto più discutere è il Latino, una lingua “morta”, che viene sempre più dai ragazzi messa da parte .
Secondo un sondaggio riportato da Il Corriere della Sera, con il boom che quest’anno ha avuto l’iscrizione ai Licei, il 7,6% delle iscrizioni è stata alle scienze applicate, contro il 6,9% dell’anno prima. Viene da chiedersi come è possibile che si sia perso il culto del passato fra i giovani di oggi. 
Il Latino sarà anche difficile, ma anche la Matematica lo è, e non è detto che si trovi un vero riscontro con quest’ultima nella realtà di tutti i giorni; e non è perchè qualcosa è “difficile” che la si può evitare, perché questo non è certo in linea con la filosofia della vita. Come disse Thomas Arnold: “Escludete il Latino ed il Greco dalla vostra scuola e confinerete i vostri alunni entro angusti interessi limitati alla loro generazione e a quella immediatamente precedente, tagliando fuori tanti secoli d’esperienza, quasi che la razza umana fosse venuta al mondo nel 1500″.
Se non è per ragioni etimologiche, non comunque trascurabili, tradurre Latino è importante 
per la logica, per la memoria, per non disimparare l’analisi grammaticale delle medie; e lo stesso valore lo ha la letteratura, che ci ricorda che no, nessuno si è inventato niente e che no, l’uomo non impara mai dai suoi errori.
Chiedetevi come mai la maggior parte degli adulti che ha frequentato un Liceo rimpiange la negligenza che ha avuto nello studio delle letterature antiche, che allora come oggi avevano così tanto da insegnare. Che lo vogliate o no, il passato non è che la luce di cui risplende e sempre risplenderà l’animo umano e il cammino già battutto che questo intraprenderà. Ed è importante che la società metta in luce questo aspetto, senza lasciare ai ragazzini delle medie l’ingestibile potere di liquidare le origini dell’uomo con un colpo di spugna.
