Nobel a Bob Dylan: la musica come arte e come letteratura

 

Un riconoscimento all’immortalità

delle sue parole che continueranno a

“soffiare nel vento” la loro risposta.

 

Chiedersi, da appassionata di musica, se è corretto dare il Premio Nobel per la Letteratura a un musicista non è facile. Si rischia di non essere oggettivi e, invece, vorrei provare a fare un’analisi ponderata, senza farmi influenzare da quanti hanno applaudito a questa scelta o da quanti ne sono rimasti stupiti e, talvolta, inorriditi.

Iniziamo cercando di capire che cosa comprenda il concetto di letteratura.

Ecco la definizione del dizionario Treccani: “Letteratura. (…)  Oggi s’intende comunemente, per letteratura, l’insieme delle opere affidate alla scrittura, che si propongano fini estetici, o, pur non proponendoseli, li raggiungano comunque e, con significato più astratto, l’attività intellettuale volta allo studio o all’analisi di tali opere.”

Stando a questa definizione i testi delle canzoni possono rientrare a pieno titolo nell’ambito della Letteratura.

Un altro aspetto da verificare è la finalità di questo premio.

“Il premio Nobel per la letteratura è una delle cinque categorie previste nel testamento di Alfred Nobel nel 1895 ed è attribuito (…) all’autore “nel campo della letteratura mondiale che si sia maggiormente distinto per le sue opere in una direzione ideale” ed è stato assegnato per la prima volta nel 1901. (1) ” 

Anche leggendo questa definizione non sembra ci possano essere elementi che escludano che un cantautore non possa essere un autore che “si sia distinto per le sue opere in una direzione ideale”. Per verificare questo aspetto, è importante provare ad andare a fondo degli argomenti che hanno ispirato i testi delle canzoni di Dylan.

Non è sempre facile, per noi Italiani, comprendere bene il significato delle canzoni in inglese. Se ne conoscono le melodie, ma spesso se ne perde il senso profondo.

Blowing in the Wind, ad esempio. Chi non conosce il testo di questa storica canzone, ma quanti sanno che si tratta di una denuncia dello status quo politico e sociale, un testo contro la resistenza al cambiamento, contro la guerra, a favore di coloro che hanno il coraggio di cambiare le cose. E quanti sanno che deve, in parte, la sua melodia alla canzone tradizionale degli schiavi “No More Auction Block? “ .

Ed è stata scritta nel 1963, anno importante passato alla storia per il famoso discorso di Martin Luther King  I have a dream:

« Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per ciò che la loro persona contiene. Io ho un sogno oggi! »

Un sogno che ha portato alla morte dell’eroe dei diritti umani, ma che oggi si può dire realizzato, almeno in parte, negli Stati Uniti e nel mondo occidentale, anche se il rischio del razzismo è sempre alle porte. In un mondo che vuole nuovamente  rialzare i muri, si tenta forse di  premiare un autore che si è sempre distinto per il suo impegno e la sua lotta per la pace e l’uguaglianza.

Nel 1963 Bob Dylan e Joan Baez, altra icona della musica mondiale e fidanzata di Bob per qualche anno,  erano personaggi di rilievo nel movimento per i diritti civili e avevano cantato alla Marcia su Washington in cui Martin Luther King pronunciò il suo famoso discorso.

Non so se la canzone Blowing in the Wind fosse nel repertorio, ma penso di sì, non solo perché è dello stesso anno, ma anche perché  il contenuto  era totalmente coerente con la lotta a ogni forma di discriminazione, oltre che portatore di un profondo messaggio a favore della pace.

Quante strade deve percorrere un uomo

prima di essere chiamato uomo?

E quanti mari deve superare una colomba bianca

prima che si addormenti sulla spiaggia?

E per quanto tempo dovranno volare le palle di cannone

prima che vengano bandite per sempre?

La risposta, amico mio, se ne va nel vento,

la risposta se ne va nel vento.

Per quanto tempo un uomo deve guardare in alto

prima che riesca a vedere il cielo?

E quante orecchie deve avere un uomo

prima che ascolti la gente piangere?

E quanti morti ci dovranno essere affinché lui sappia

che troppa gente è morta?

la risposta, amico mio, se ne va nel vento,

la risposta se ne va nel vento

Per quanti anni una montagna può esistere

prima che venga spazzata via dal mare?

E per quanti anni alcuni possono vivere

prima che sia concesso loro di essere liberi?

E per quanto tempo può un uomo girare la sua testa

fingendo di non vedere?

La risposta, amico mio, se ne va nel vento,

la risposta se ne va nel vento.

Analizzando, infine, la motivazione del premio a Bob Dylan, cioè quella di: “ aver creato nuove espressioni poetiche all’interno della grande tradizione della canzone americana”, si capisce ancora di più il senso di questa scelta, che sembra indicare che la poesia  può  trovarsi in ogni forma d’arte che utilizza le parole per esprimersi e quindi anche nella canzone stessa, qualora questa serva a scuotere le coscienze degli individui, qualora consenta di combattere le ingiustizie, qualora riesca a far cambiare le cose. A combattere lo status quo, appunto.

Questa è, per me, la principale finalità della musica e sono fiera e felice di poter apprendere un’arte in grado di farmi sognare, di farmi star bene, ma anche in grado di fare appelli e  muovere le coscienze del mondo intero.

Non so se Bob Dylan andrà a ritirare questo premio e non credo importi il fatto in sé.  Quello che conta è il messaggio delle sue canzoni, la forza e il coraggio che ispirano le sue parole alle generazioni di sempre, quelle dei miei nonni e dei miei genitori, la nostra e, ne sono certa, anche quelle future. Un messaggio che, nella sua eternità e universalità,  diviene poesia immortale,  va oltre la vita dell’autore e quella di tutti noi, travalica premi e riconoscimenti, rimane con la potenza della sua denuncia.

Al cantante rimane la libertà di non ritirare il Nobel conferitogli. Tanto le sue parole continueranno a soffiare nel vento la loro risposta.

 

di Carlotta Sarina

 

L’Accademia di Svezia annuncia il nome del ricevente in una conferenza pubblica agli inizi di ottobre. Il premio viene successivamente consegnato nel mese di dicembre nel corso di una cerimonia pubblica all’autore o all’autrice dell’opera letteraria più considerevole d’ispirazione idealista alla presenza della famiglia reale svedese. Il premio consiste in una somma di denaro (otto milioni di corone svedesi), un diploma personalizzato per ogni vincitore e una medaglia d’oro recante l’effigie di Alfred Nobel stesso. Fonte: Wikipedia.

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