Il ‘’Lodovico Agostini ‘’ di Ferrara, il ‘’Niccolò Paganini’’ di Parma, il ‘’Festival di Bellagio e del lago di Como, il ‘’Città di Treviso’’ sono solo alcuni dei nomi di concorsi a cui Davide Prina ha preso parte e dei quali si è aggiudicato il primo premio. Davide è inoltre riuscito a posizionarsi nei primi venti posti senza limite di età del “Koblenz International Guitar Festival”, in Germania.
Giovane talento della chitarra classica, diplomatosi l’anno scorso al Liceo Musicale, Davide racconta: “Ogni volta che vado ad un concorso mi sembra il primo: metto in gioco tutto me stesso, dunque anche il risultato mi colpisce come se fosse la prima volta. Sebbene i concorsi vadano un po’ al di fuori della musica – sono quasi gare, la competitività è tanta – essi aiutano a quantificare ciò che si studia”.
Ma cosa c’è dietro a questi risultati?
“La musica è un grande impegno, oltre che una grande passione. Penso che chi studia musica ad un certo livello, alla mia età, debba rinunciare a qualche passaggio della vita di un comune ragazzo.”
“Ti senti estraneo rispetto ai ragazzi della tua età che non studiano musica come te?”
“La distanza spesso inconciliabile tra me ed i miei coetanei nasce dal fatto che alcune cose dei musicisti non le si può capire se non si è musicisti. Per esempio, io non posso permettermi di mollare tutto per due settimane ed andare al mare, rinunciando all’esercizio quotidiano”.
Oltre ai concorsi sopra citati, Davide ha infatti partecipato, sotto la guida del Maestro Giovanni Pattavina, all’incisione di un disco dedicato alla musica di Giuseppe Verdi e ha frequentato masterclasses con musicisti di grande spessore, come Johannes Möller, Roland Dyens, e Giovanni Puddu. E’ stato inoltre premiato con una borsa di studio dall’associazione Parma OperArt.
Alla fatidica domanda “Cosa provi quando suoni?” risponde così: “Diciamo cosa provo quando non suono. Quando non suono, anche inconsapevolmente, sto male. Scopro che quella è la causa del mio malessere solo quando inizio a suonare; è allora che mi sento meglio. Forse è anche abitudine, il fatto di non suonare anche solo per un giorno destabilizza; quando suono trovo la mia stabilità.”
E ancora: “A livello di sensazioni, penso che la musica sia come riuscire in qualcosa: ci si realizza.” Parlando di concerti, spiega: “I sentimenti che si provano sono abbastanza forti. Ad esempio, il fatto di poter andare sul palco e fare quello che vuoi dà un forte senso di libertà”.
Lara Piemontese
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