Quando l’estate sta per finire e le giornate calde e afose sono ormai le ultime della stagione, tutti i ragazzi si affrettano a fare l’ultimo bagno, a prendere l’ultimo raggio di sole prima dell’inizio della scuola. Così non è stato per una studentessa del nostro liceo. Infatti il periodo di fine agosto/settembre è anche quello della raccolta dell’uva, che dopo aver preso tutto il sole dell’estate, è pronta per essere raccolta e pestata. Baldi Beatrice ci ha raccontato in prima persona la sua esperienza della vendemmia, a cui ha partecipato come raccoglitrice.
“C’è molto caldo, si è in mezzo agli insetti e alla polvere e dopo tante ore che si è in piedi diventa molto stancante”, così ci descrive il lavoro dei campi. Prosegue poi con una riflessione “Nonostante la molta fatica a fine giornata si è soddisfatti di ciò che si è fatto perché il tuo sforzo è stato utile a qualcuno e ti viene ricompensato con un piccolo guadagno.” Aggiunge poi che andare a lavorare è stato un grande stimolo e un aiuto per i suoi piani futuri.
Per tutti coloro che sono contrari all’alternanza scuola-lavoro questa può essere una risposta. Infatti Beatrice, grazie a questa esperienza, ha capito la vera differenza tra studio e lavoro: lo studio è un percorso al quale bisogna aggiungere “mattone dopo mattone” per arrivare a un risultato; mentre lavorare è il raggiungimento di un obbiettivo giornaliero. Molto spesso i ragazzi non sono spinti a intraprendere gli studi perché è un tipo di percorso che ritiene pazienza e tenacia, un percorso che darà frutto alla tua fatica solo dopo anni.
Entrare nel mondo del lavoro anche per un piccolo arco di tempo perciò è importante per rendersi conto dei propri obbiettivi ma anche per rendersi conto dell’importanza dello studio e delle possibilità che può fornirti. Conclude Beatrice “Questa esperienza mi è servita molto e da ora in poi quando ci sarà un periodo di studio faticoso, ripenserò alla stanchezza provata nei campi durante la vendemmia. Questo mi darà forza per continuare la mia strada.”