In questo mondo di banalità, si è eroi quando si osa penetrare e vedere le fondamenta reali di questa superficialità.
Vedere, non è solo il significato sensoriale che potremmo trovare illustrato in un vocabolario, ma possiede anche una componente spirituale, che dovrebbe sollecitare ogni uomo a instaurare legami più veritieri con i suoi simili. Non lasciatevi spaventare dai grandi occhi delle figure di Margaret Keane, occhi che volendo potrebbero vedere ogni singolo elemento della vostra anima, ma imparate da essi ad ampliare i vostri e da essi fatevi condurre verso quel viaggio che conduce alla “vera sostanza della realtà”.
Margaret Keane è la pittrice dei famosi volti di bambini dagli occhi da cerbiatto grandi e sproporzionati e sulla sua storia e quella della sua arte è stato girato da Tim Burton persino un famoso film: “Big Eyes”. Le pittrice attraverso i suoi dipinti voleva trasmettere al mondo una verità ormai data per scontata : gli occhi sono lo specchio dell’anima di ognuno di noi, ossia sono il portale verso la nostra anima
A sostenere questa vista “spirituale” si aggiunge anche Niccolò Machiavelli:”Ognuno vede quel che tu pari, pochi sentono quel che tu sei” (Il Principe- XVIII). Anche lui sostiene l’incapacità dell’uomo di vedere oltre le apparenze e il loro vizio di focalizzarsi sull’aspetto esteriore delle cose. Se immaginassimo, infatti, le persone come la stratificazione di un terreno, oltre allo strato superficiale che vediamo, sono presenti in profondità moltissime altre realtà, presenze, situazioni che ci sfuggono.
Vogliamo giudicare sempre e solo da ciò che si vede?