No alla guerra: la scuola costruisce la pace – 21 gennaio 2016
Migliorare il mondo in cui viviamo è possibile: dobbiamo rimuovere l’indifferenza verso ciò che non ci riguarda direttamente ed informarci in modo corretto. I media non diffondono sempre notizie e testimonianze complete dei conflitti, nascondendo le atrocità ed i veri motivi che li determinano. Porsi domande è il primo passo verso la pace, un tesoro prezioso che non è facile conquistare.
Durante la mattinata, organizzata al cinema Astra da Rete scuole per la pace, sono state tante le testimonianze, i dati statistici e le riflessioni.
Le contraddizioni della globalizzazione, nuova forma del totalitarismo orwelliano, vera e propria colonizzazione dell’immaginario: l’economista Serge Latouche, nel suo discorso forte e profetico, critica il mito della crescita che determina un individualismo ostile ( homo homini lupus): da qui l’obbligo morale di reinserire l’economia nel sociale e prendere la via della decrescita per non precipitare nella barbarie.
Cecilia Strada, presidente di Emergency, fa riflettere sulla necessità del pensiero critico di fronte a dati oggettivi che evidenziano l’insufficienza dello strumento bellico per costruire la pace. Occorre porsi domande di fronte alle contraddizioni delle potenze occidentali e usare lo strumento della diplomazia per costruire quella pace che deve diventare realisticamente parte delle nostre vite.
Anche la cultura ed il teatro possono servire ad alimentare la riflessione e a suscitare inquietudine : l’attore Marco Baliani, attraverso letture di testimonianze di guerra, pone l’accento sulla spersonalizzazione dell’individuo- piastrina metallica, numero inciso sulla pelle o indistinto gruppo di migranti- e sulla paura atavica che impedisce di reagire e guardare in faccia alle persone.
A conclusione della mattinata, la musica dei Modena City Ramblers: messaggi civili e di opposizione alla guerra, in un pastiche musicale che unisce combact folk con contaminazioni funk e rock.
Sulle note di Bella ciao gli studenti si uniscono in coro, per un cammino di pace che parte da lontano.Se vuoi la pace, non preparare la guerra, ma prepara la pace.